Come fare per

Effettuare screening oncologico tumori femminili

Per garantire equità nell'accesso a una diagnosi precoce il Servizio Sanitario Nazionale, con il programma Prevenzione Serena, effettua programmi di screening per la prevenzione dei tumori di cui due tipicamente femminili.

Screening del cancro della mammella (mammografia)

La mammografia è un esame radiologico della mammella, che consente di identificare precocemente i tumori del seno, in quanto è in grado di individuare i noduli, anche di piccole dimensioni, non ancora percepibili al tatto.
Sulla base di linee guida scientifiche la mammografia deve essere effettuata:

  • una volta all'anno per le donne di età compresa tra i 45 e i 49
  • ogni due anni per le donne tra i 50 e i 69 anni.

Nello specifico:

  • tra i 45 e i 49 anni il primo accesso della donna è su richiesta dell'interessata; dopo il 1° accesso verranno chiamate con lettera a scadenza annuale fino a 50 anni
  • tra i 50 e i 69 anni l'accesso è automatico e biennale al ricevimento della lettera di invito
  • tra i 70 e i 75 anni è ancora possibile accedere allo screening, ma solo su richiesta diretta dell'interessata e ogni due anni.

In Prevenzione Serena la mammografia è letta in modo indipendente da due radiologi esperti, in modo da esaltare al massimo la sensibilità clinica. I programmi organizzati di screening prevedono che l’esame venga eseguito visualizzando la mammella sia dall’alto verso il basso che lateralmente. In caso di negatività la donna riceve entro alcune settimane una lettera che la rassicura sull'esito. Una positività alla mammografia non equivale a una diagnosi certa di cancro al seno, anche se indica una maggiore probabilità di essere affette dalla patologia.
Per questa ragione, in caso di un sospetto, al primo esame seguono ulteriori accertamenti diagnostici che, all’interno dei programmi organizzati di screening, consistono in una seconda mammografia, in un’ecografia e in una visita clinica.
A questi esami può far seguito una biopsia per valutare le caratteristiche delle eventuali cellule tumorali.
Soltanto al completamento di questo percorso si ottiene la conferma della diagnosi e, in caso di positività, si dà il via all’iter terapeutico.

Screening dei tumori cervico-vaginali

Il test per lo screening del tumore del collo dell’utero sono il Pap-test, offerto ogni 3 anni alle donne di età compresa tra i 25 e i 30 anni e il test per Papilloma virus (HPV-DNA test) offerto ogni 5 anni alle donne tra i 30 e i 64 anni. Il test impiegato finora è il Pap-test, ma recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato che sopra i 30 anni è più costo-efficace il test per il Papilloma virus (HPV-DNA test) effettuato ogni 5 anni. Il sistema sanitario italiano, attraverso le Regioni, è impegnato a completare la transizione verso il modello basato sul test HPV-DNA.

Il nuovo test di screening si basa sulla ricerca dell’infezione dell’HPV ad alto rischio. Il prelievo è simile a quello del Pap-test (prelievo di una piccola quantità di cellule del collo dell’utero, eseguito strofinando sulle sue pareti una spatolina e un tampone). L’esame deve essere effettuato non prima dei 30 anni ed essere ripetuto con intervalli non inferiori ai 5 anni.

Se il test HPV risulta positivo il laboratorio analisi eseguirà completamento con il Pap-test (chiamato anche test di triage), perché seleziona le donne che hanno modificazioni cellulari e che devono fare la colposcopia. Se invece la citologia non presenta alterazioni importanti la donna ripeterà il test HPV dopo un anno.

Dai 25 a 30 anni l’esame di riferimento rimane il Pap test da eseguirsi ogni tre anni. Questa scelta è dovuta al fatto che in giovane età la probabilità di avere una infezione da HPV è molto alta senza che questa assuma una importanza clinica.

Se il PAP-test risulta positivo

Nei casi in cui l’analisi al microscopio mostra la presenza di cellule con caratteristiche pre-tumorali o tumorali, il protocollo dello screening per il cancro del collo dell’utero prevede l’esecuzione di esami di approfondimento.
In primo luogo la donna è invitata a eseguire una colposcopia. Si tratta di un esame che, attraverso l’utilizzo di un apposito strumento (il colposcopio) permette la visione ingrandita della cervice uterina. In tal modo il medico è in grado di confermare la presenza di lesioni pretumorali o tumorali e valutarne l’estensione.
Alla colposcopia può far seguito una biopsia, cioè un prelievo di una piccola porzione di tessuto anomalo da sottoporre a un’analisi che confermi definitivamente le caratteristiche esatte della sospetta lesione.

Informazioni

Prevenzione Serena

800001141

orario: 8.00/20.00 dal lunedì alla domenica

uvos@aslto5.piemonte.it

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modificato 30/03/2023 - 10:16