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L'abitudine tabagica
Tra i residenti dell'ASL NO, la maggior parte degli adulti non è mai stata fumatore e solo 1 su 4 fuma. L'abitudine tabagica si conferma in diminuzione e la Legge che ha vietato fumare nei locali pubblici e sui luoghi di lavoro ha contribuito a diminuire l'accettabilità sociale del fumo di sigaretta. Il divieto di fumare continua ad essere sostanzialmente rispettato; le diffuse conoscenze sui danni del fumo di sigaretta comportano sue limitazioni in ambito domestico e anche in 1 casa su 2 di fumatori non è permesso fumare.
I fumatori non sono uniformemente distribuiti nella popolazione: le persone con abitudine tabagica presente o pregressa sono più frequenti tra i 50-69 anni, negli uomini, nelle persone con minori livelli di istruzione e in quelle con difficoltà economiche.
Ogni anno il tentativo di smettere di fumare riguarda circa 4 fumatori su 10, nonostante l'attenzione dei medici e degli operatori sanitari per la prevenzione e la disassuefazione dal tabagismo siano ancora poco diffuse e non siano in aumento come invece atteso dai Piani di Prevenzione. Nell'ASL NO l'attività del il Centro di Trattamento del Tabagismo è in aumento e le azioni svolte mostrano risultati efficaci in termini di astensione dal fumo e riduzione del numero di sigarette quotidiane.

Il consumo di bevande alcoliche
Per quanto riguarda il consumo di alcol, si stima che il 60% degli adulti tra i 18 e i 69 anni residenti nell'ASL NO consumi bevande alcoliche e il 22% lo consumi con modalità considerate a maggior rischio per la salute. Questa condizione (soprattutto con il consumo prevalentemente fuori pasto e con quello binge) è particolarmente diffusa tra i più giovani e nella ASL NO registra prevalenze superiori a quelle osservate in Piemonte.
Il consumo di alcol è il comportamento a rischio per l'insorgenza di malattie croniche che registra la minore attenzione da parte di medici ed operatori sanitari.

La situazione nutrizionale
A 8-9 anni circa 3 bambini su 10 sono in eccesso ponderale, dato costante per l'ASL NO negli ultimi anni. Dopo l'adolescenza questa condizione di rischio per molte patologie croniche aumenta e coinvolge circa 1 persona su 2 tra i 50 e i 69 anni.
A qualsiasi età il consumo consigliato di frutta e verdura(almeno 5 porzioni giornaliere) è molto poco diffuso riguardando circa 1 persona su 10.
Anche il consumo di sole 3 o più porzioni giornaliere di frutta e verdura non coinvolge più di 1 adulto su 2 e non risulta attualmente in aumento, come invece richiesto dal Piano di Prevenzione.
Pertanto è necessario promuovere una maggiore consapevolezza del ruolo del consumo di frutta e verdura (e dell'alimentazione in generale) nella tutela della salute e nella prevenzione delle malattie e favorire lo sviluppo di comportamenti corretti anche attraverso la collaborazione con la scuola ed altri attori sociali.

modificato 25/03/2020 - 16:14